sabato 24 settembre 2011

SCAZZO RETORICO


'Sto Sistema alimentato dai ricchi, dai potenti, 

assicura la ripetizione circolare delle cose: il controllo sociale attraverso un linguaggio subdolo (dal latino subdŏlus: sŭb- + dŏlus + -us, cioè “sotto è presente l’inganno, la frode”). Si fa credere alla gente ciò che si vuole – giustizia, libertà, lavoro, sogni, speranze, scuola, delinquenza – in base all’esigenza che i ricchi che guidano il paese hanno in quel frangente storico. In quello di Tolstoj l’esigenza era questa:


Quando poi, ammalato e corrotto da un lavoro malsano, dal bere e dal vizio, inebetito e sventato, come in sogno, bighellonando senza meta per la città va a introdursi stupidamente in una rimessa e ne ruba delle stuoie che non servono a nessuno, allora noi tutti, uomini agiati, ricchi, colti, che non ci siamo affatto preoccupati di eliminare le cause che hanno condotto quel ragazzo alla sua attuale situazione, pretendiamo per giunta di rimediare punendo il ragazzo[1]


Se per un mese la gente si svegliasse e non comprasse più un fottuto biglietto, non giocasse ai concorsi dell’Enalotto, non scommettesse nulla, smettesse di credere ciecamente ai Tg, o di pagare il canone, e leggesse, si formasse uscendo da quel buco nero in cui i potenti cercano, attraverso la distorsione della realtà, di farla perire, lo Stato se la piglierebbe nel q, e noi capiremmo che invece il sacrificio lo devono fare anche loro, questi maledetti comandanti retori delle mie scarpe. E poi si sente un ministro dire che gli Italiani sono dei FANNULLONI. Ci credo, hanno fatto in modo che lo fossimo. Ma basta, non dobbiamo permettere che ciò accada sempre. Ci sono una serie di tecniche retoriche per attirare il consenso verso di sé. Basta guardare la Lega, che ambisce a creare isole di libertà in Padania, dove risiedano solo persone uguali, non miste. Basta guardare Berlusconi che chiama “coglioni” coloro che non lo votano, basta guardare il PD di D’Alema, quello di Bersani, basta guardare l’avvoltoio Casini per capire che loro, chi all'opposizione, chi al comando, cercano sempre un modo per mandare avanti un sistema vizioso, per loro favorevole – immunità parlamentari, agevolazioni fiscali, innalzamento degli stipendi –, e noi dobbiamo accettarlo, perché non siamo carichi di responsabilità gravi come le loro. Siamo dei comuni mortali, che devono tacere perché non è nella nostra competenza, intelligenza, autorità immettere il nostro brutto muso tra le loro magagne. Che siano puttane, che siano parrucchieri, che siano auto blindate, che siano quello che vogliamo, non ha importanza. Loro possono tutto. E sono quattro gatti in Parlamento che ci comandano. Noi siamo milioni e diamo man forte al sistema. Perché non abbiamo ancora intenzione di dare una mossa al nostro neurone. Prendiamo a bastonate questo maledetto neurone, alimentiamolo, educhiamolo alla verità, poi utilizziamolo quale strumento più grande per restituire dignità a un Paese la cui unificazione è costata milioni di vittime. Ancora oggi la gente muore perché il Paese non è unificato. Vogliono farci credere che siamo invasi dal “diverso”, che il “diverso” esiste e va cacciato. Siamo tra i pochi Paesi del mondo che ancora non ha capito un piffero dell’integrazione etnica. Tutto questo riesce, ripeto, grazie al linguaggio (oggi mi sto sfogando parecchio, porca miseria. Sarà la notizia di ieri, che mi ha sballottato un po’: Napolitano aveva promulgato la legge che prevede l’immunità ai processi per Premier e alte cariche. Di Pietro proponeva un Referendum. Certi giorni mi torna in mente la frase di Marinetti & co... La guerra sola igiene del mondo. Una frase un po’ ingenua, perché con la guerra ci sono altrettanti interessi. Ma se fosse svolta non per interessi ma solo per azzerare veramente – come quando diamo una resettata al nostro PC –, beh, la guerra sarebbe ideale. Senza morti. Ma solo una guerra bianca, con tutti i pezzenti veri chiusi dietro le sbarre a marcire in mezzo ai topi. E la gente tutta d’un pezzo a governare il paese per 2 mila euro al mese. Che utopia da comunista. Ma io non sono comunista. Non lo sono mai stato e non sarò mai niente. Voglio solo essere verità. Punto.


[1] Lev Nikolaevič Tolstoj, Resurrezione, Milano, Garzanti, 1990, p. 131.

1 commento:

  1. Anz, leggo e rileggo quello che scrivi e mi ci rivedo in pieno...è assurdo....è ormai palese che stiamo sguazzando nella melma e nessuno muove un dito, anzi continuano imperterriti a sostenere che va tutto bene anche quando il LORO premier continua a occuparsi solo dei suoi torbidi affari di prostitute e corruzione! Ora più che mai è palese l'incompetenza di questo governo che ha avuto il coraggio di partorire una manovra finanziaria schizofrenica grazie alla quale abbiamo capito tutti che questi grandi statisti sono degli emeriti buoni a nulla privi di un qualunque senso di responsabilità! è chiaro a tutti ormai che se continuano a tagliare sui servizi al cittadino, ci saranno sempre meno posti di lavoro e ci sarà sempre più spazio per caos e corruzione: l'ho capito io, quindi visto che per questa gente non valgo un cazzo, non è un concetto difficile!!

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