venerdì 23 settembre 2011

Scazzo sulla sinossi


Di scrittori ce n'è in tutto il mondo,








e pure di editori rompicoglioni. Di quelli che ti invitano ad aspettare sei, sette mesi (in silenzio) per avere una risposta sull'analisi del dattiloscritto che gli hai fatto avere, risposta che non arriva se l'esito è negativo, e risposta che talvolta (anzi, spesso!) è basata su quell'unico foglio che loro scrutano: la sinossi e pure la breve presentazione di te stesso. Leggono il riassunto di un romanzo intricatissimo e decretano se tu possa o meno entrare a far parte della loro collana editoriale. Poiché non hanno la minima intenzione di offenderti scrivendoti per e-mail "cambia mestiere, ragazzo/a", preferiscono lasciarti in balia dell'indifferenza, che fa più male di qualsiasi altra risposta che possa almeno in parte condurti a migliorare.
Gli editori che comandano l'Italia, Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, richiedono questo esercizio, ma in realtà non gliene sbatte nulla degli esordienti, hanno la loro cerchia di pubblicati (quelli con le fascette che riportano il numero di vendite) e ciò basta per mandare avanti la baracca:  non fa mica differenza che il libro di successo l'abbia scritto una velina succhia palle o il miglior antropologo del pianeta, o un dotto semiologo. All'utente poco attento che sviscera le librerie interessa colpire con l'occhio quelle fascette coloratissime e antipatiche che contornano le copertine. Delle volte basta guardare solo le vetrine. Mi chiedo se Maurisa Laurito abbia presentato la sua sinossi prima che BaldiniCastoldiDalai le pubblicasse il libro di ricette.

1 commento:

  1. Hai perfettamente ragione. Mi chiedo anche se presentino una sinossi anche i nostri calciatori.

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